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ARTE E MALATTIA 4

Salve a tutti siete pronti per la quarta puntata di  ARTE E MALATTIA ?
” Perché  ci sono delle puntate precedenti ?!” vi state chiedendo ? Certo che si !

Ecco i link per rinfrescarvi la memoria 

primo articolo ARTE E MALATTIA

secondo articolo ARTE E MALATTIA II

 terzo articolo ARTE E MALATTIA III

Oro che vi siete messi in pari cominciamo parlare  sempre di malattia  ma di malattia mentale   nevrosi compulsino fobie ci sono stati molti artisti che hanno sofferto di un qualche disturbo mentale vediamone alcuni

La malattia mentale e l’arte

Michelangelo Buonarroti

arte e malattia Michelangelo Buonarroti Martirio di San Bartolomeo Cappella Sistina
Michelangelo Buonarroti Martirio di San Bartolomeo Cappella Sistina

E’ in dubbio che se sei depresso ti senti uno straccio,
Quanto questo sia vero lo fa vedere Michelangelo Buonarroti(1475-1564), in un suo dolente autoritratto nel martirio di San Bartolomeo nella cappella Sistina e nel volto triste di Geremia.
E’ risaputo che Michelangelo soffrisse di una sindrome maniaco-depressiva  questa situazione è una grave alterazione del tono dell’umore che alterna periodi di iperattività ed esaltazione a periodi di grave depressioneNaturalmente  piove sempre sul bagnato , in quel periodo , ma non solo, diciamo fino agli anni 60, i colori erano a base di piombo   e ciò causò a Michelangelo il saturnismo  ossia  un’intossicazione da piombo . Questa situazione era così diffusa tra gli artisti che venne chiamato il “Morbo del Pittore”Un altro disturbo di Michelangelo  era l’artrosi qui sto lo sostiene  il  Journal of the Royal Society of Medicine in un articolo dove i ricercatori esaminando le mani di tre autoritratti anno notato le alterazioni di questa malattia

arte e malattia Michelangelo-Buonarroti-Geremia.CappellaSistina

Michelangelo Buonarroti Geremia.Cappella-Sistina

Edvard Munch

Per quanto riguarda il malessere psichico, un’accoppiata vincente sono stati Edvard Munch e August Strindberg .

Mentre si ritiene che il primofosse affetto da una sindrome schizoide, il secondo si pensa fosse un fobico ossessivo – compulsivo.
Sicuramente da un punto di vista prettamente psicologico, nessuno dei due venne mai inghiottito dalla follia, anche perché agli inizi del novecento comportarsi da folle era un modo per essere creativo.  Certamente che  se sei un pittore norvegese di una certa notorietà.  se hai abbandonato la tua amante e questa, per fartela pagare  inscena un falso suicidio e quando sei li, difronte alla salma composta contrito e dispiaciuto, quella si alza su e ti tira una revolverata , qualche contraccolpo psichico emozionale te lo ritrovi.  Per quanto  August Strindberg lasciamo perdere intitolare un romanzo auto biografico  INFERNO la dice lunga 
Comunque, certamente influenzati dalla filosofia di Nietzsche, unico vero “ fuori di testa” del periodo, con la pittura, la letteratura, la filosofia sia, la musica e il teatro hanno saputo sviscerare sia le loro angosce sia il clima di dissoluzione sociale e morte incombente dei primi del novecento.

 

 arte malattia Edvard Munch Ritratto di August Strindberg
Edvard Munch Ritratto di August Strindberg

 

James Ensor

L’espressionista James Ensor(1860-1949) pare fosse affetto da schizofrenia. Si nota nell’evolversi della sua opera l’evolversi della sua malattia. Un disturbo caratteristico della schizofrenia è l’anormale percezione delle facce, la comparsa di volti distorti. Nei suoi quadri,infatti, incominciano ad apparire volti ansiosi, espressioni ossessionate, impaurite. Non che durante il periodo storico in cui è vissuto Ensor non ci fossero motivi per essere impauriti e preoccupati, ma la domanda è: esiste un confine netto tra realtà e allucinazione? La realtà sarebbe diversa se la immaginassimo in maniera diversa?Se la società detta canoni di bellezza e normalità cosa è normale e cosa non lo è se cambia la società?

arte e malattia James Ensor L?entrata di Cristo a Bruxelles
James Ensor L?entrata di Cristo a Bruxelles

 

 

Michelangelo Merisi

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Il Caravaggio al secolo Michelangelo Merisi (1571-1610), non ebbe una vita tranquilla ed equilibrata; pare fosse irascibile, violento, alcolizzato, ossessionato da manie di grandezza
I suoi attacchi d’ira e di violenza pare siano diventati negli anni sempre più feroci.
Certamente ci sono giunte ben poche cose sicure sulla sua vita, tanto che alcuni studiosi sono determinati nell’affermare che avesse un disturbo della personalità, mentre altri sostengono che fosse epilettico altri ancora affermano che era borderline, e in fine omosessuale ( che certamente non è una malattia anche se molti la giudicano tale)

Gli indizi della malattia

Il fatto che di lui si sappia poco  a portato ad un sacco di congetture  che hanno portato a ricercare indizi nelle sue opere

La schizofrenia

 Alcuni  hanno cercato d’intravedere , uno spettro schizofrenico nella sua predilezione per le teste mozzate infatti ha dipinto ben sei ” Giuditta e Oloferne”
 Bisogna però dire che quello era un tema ricorrente in molto artisti di quel periodo per esempio Artemisia  Gentileschi  ma lei era stata stuprata forse era stress post-traumatico

L’epilessia 

Gli indizi dell’epilessia  nella bava alla bocca del cavallo, nella pianta di verbasco, e piume di struzzo sull’elmo dell’armigero (, servivano a prevenire gli attacchi di epilessia) i fiocchi (sul soldato, fra i capelli dell’angelo, sulla coda del cavallo erano amuleti contro l’epilessia) nei quadri “conversione di Saulo”.

Forse era omosessuale… e con questo?

Sul fatto di essere Gay, che ripeto non è una malattia, ci sono elementi contrastante perché da un lato era legato a due famose prostitute romane Anna e Fillade, Di Anna è stato  forse riconosciuto il ritratto in la Maddalena pentita. Fillade, che tentò di sfregiarlo  pare sia stata ritratta in  Giuditta e Oloferne.D’altro canto ci sono i ritratti di Bacchetti   eroticamente espliciti e  amicizie ambigue  come il cardinale  Francesco Maria Del Monte o il pittore amico e convivente Mario Minniti ecc. Certo non si sa molto di Caravaggio ma che fosse un’anima tormentata è indubbio come si può chiaramente percepire nel suo autoritratto nel “David e Golia”.Comunque una cosa è certa se fosse vissuto nel 900 avrebbe adottato il motto “Vivi al massimo, muori giovane e lascia un bel cadavere”  e di sicuro  John Belushi e Jim Morrison sarebbero stati suoi amici,

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Anche per oggi questo e tutto la prossima settimana l’ultimo articolo della serie arte e malattia vi aspetta quindi a presto 

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