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Feldenkrais e il suo pensiero 2.0

 Moshe Feldenkrais è stato uno dei più importanti innovatori nei campi del lavoro sul corpo, terapia fisica e guarigione nel mondo.
 Ingegnere e fisico, Feldenkrais ha lavorato nel laboratorio Joliot-Curie a Parigi prima della seconda guerra mondiale. Durante l’occupazione tedesca contribuì a contrabbandare i risultati della ricerca dei coniugi Joliot-Curie fuori dalla Francia.
In Israele sviluppò un proprio tipo di arte marziale per aiutare il coloni israeliti, introducendo nell’antica arte del Judo alcuni particolari movimenti. La sua reputazione internazionale deriva dal suo notevole successo nella riabilitazione di persone con gravi problemi fisici e difficoltà motorie,(handicap fisici, paralisi cerebrale, ictus, lesioni spinali, scoliosi, ecc.) con risultati considerati “miracolosi” e irraggiungibili dagli occidentali  standard di terapia.

Feldenkrais codificò il suo lavoro in due tecniche

FeldenKrais
Feldenkrais e Integrazione Funzionale

 

Chiamate I.F. “Functional Integration” (Integrazione Funzionale) e A.T.M. “Awareness Through Movement” (Consapevolezza Attraverso il Movimento). Queste tecniche estremamente efficaci sono il prodotto della sua genialità.
Queste tecniche hanno permesso a Feldenkrais di innovare all’interno dei parametri di base del suo lavoro l’evolvere il suo metodo e determindo le esigenze uniche ma fondamentali del singolo paziente.
Ma qual era il segreto del cervello di Moshe?  Cosa succedeva nel suo cervello che gli permetteva di elaborare la strategia giusta al momento giusto? Dove risiedeva la sua genialità? Certo solo lui potrebbe dircelo, ma noi esaminando i suoi libri possiamo forse farci un quadro parziale del suo modo di ragionare

Forse una delle più esplicite descrizione del pensiero di Feldenkrais ci viene dal  libro il Caso di Nora.

In questo libro viene descritto in dettaglio il suo lavoro con Nora, una donna colpita da un grave invalidante ictus.
 L’ictus l’aveva lasciata incapace di leggere, scrivere e persino di allacciarsi le scarpe. 
Con l’aiuto di Feldenkrais, dopo pochi mesi, fu in grado di riprendere le sue normali funzioni nello stupore della famiglia, amici e dottori. 

Durante la narrazione Feldenkrais descrive com’è stato in grado di trovare il modo per aggirare un’impasse nei progressi di Nora. 

Affermando che quando gli si presenta un problema della funzione, fa uno sforzo speciale per non pensare a parole. Cerca di non pensare logicamente, di non comporre frasi correttamente formate.
Mentre immagina le strutture nervose rilevanti osservandole con l’occhio della mente. Immagina la parte mentre  che produce un flusso in parte fluido in parte elettrico. che diventa chimica e di nuovo elettrico. Si crea questa immagine.

Sono le trasformazioni di questo flusso che danno la contrazione muscolare.

 Il gioco muscolare si traduce in alcune azioni esterne che coinvolgono il corpo e le parti di esso, trasformando e influenzando l’ambiente.Come molti altri geni, Feldenkrais costruisce un’immagine con l’occhio della mente, che gli serve come processo centrale per raccogliere informazioni e costruire la sua strategia.

Feldenkrais definì questa immagine mentale la sua “immagine del lavoro di un essere umano”.

Questo quadro contiene tre elementi primari: il sistema nervoso (il “nucleo”); lo scheletro, i visceri e i muscoli (“l’involucro”) e lo spazio, l’ambiente sociale e la gravitazione (“l’ambiente”). Per Feldenkrais questi elementi e la loro interdipendenza dinamica costituiscono l’essere umano. Nella sua descrizione di cui sopra, siamo in grado di determinare esattamente come , in un modo molto elegante,ha rappresentato a sé stesso questa interdipendenza

  • il sistema nervoso  fa agire, il corpo il quale interagisce con l‘ambiente esterno, che a sua volta nutre il sistema nervoso.

 È da notare, a questo proposito, come “immagine di lavoro” di Feldenkrais metta in primo piano il cervello e il sistema nervoso. L’essere umano non è ridotto a una sequenza di riflessi pavloviani   né a un congegno prettamente meccanico.

Avere questa immagine, tuttavia, non ci consente ancora di trovare e risolvere la radice di un difficile problema fisico.  Sempre nel caso di Nora Feldenkrais afferma che quando si trova bloccato e non riesce a immaginare lo schema del” Flusso” o quello che lo ostacola, si fa delle domande che potrebbero essere riassunte in:

  1. C’è un ostacolo nella diffusione?
  2. Si tratta uno smorzamento?
  3. Il problema sta in una deviazione?
  4. C’è una perdita d’impulso?
  5. Si tratta di una rottura di continuità?
  6. È impossibile una o più di queste trasformazioni?

Si capisce che Feldenkrais  costruisce delle categorie, per spigarle meglio aspettiamo la prossima puntata.

Intanto F.G.C    Fai Girare la Conoscenza… Ora!

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