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 Vaccini che cosa sono?

Vaccini polio

Contenuti

I Vaccini che cosa sono

Vaccini indice

 Il vaiolo
Il Vaccino contro la poliomielite
Il Vaccino contro la rabbia
Cosa sono ?
Come si producono ?
I Rischi

 

Questo non è né un video a favore dei vaccini né un video contro i vaccini, ma ritengo che la dignità dell’uomo richieda che le sue azioni siano frutto della sua libera scelta, senza nessuna coercizione esterna e per fare questa scelta c’è bisogno di conoscenza.

Sappiamo tutti che l’umanità è stata falcidiata da tremende infezioni; dalla peste nera del 300 al vaiolo, dalla poliomielite al AIDS.

 Alcune di queste infezioni sono state debellate e sconfitte grazie ai vaccini.

Il vaiolo, per esempio, è stata la malattia più distruttiva della storia dell’uomo.
É probabile che faccia  parte dell’esistenza umana da più di 10.000 anni.
È stata la malattia con un alto tasso di mortalità.
 Si calcola che il vaiolo abbia ucciso, paralizzato e sfigurato una persona su 20 di tutti gli esseri umani che siano mai esistiti.
Solo nel XX secolo, sono morte a causa del vaiolo tra  300 e 500 milioni di persone.
Recentemente, nel 1967, c’erano 15 milioni di casi in tutto il mondo, con 2 milioni di decessi.
Tuttavia nel maggio 1979 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ha decretato eradicato il vaiolo dalla Terra e questo grazie alle vaccinazioni.  Esistono sempre ceppi di virus del vaiolo ma solo in due laboratori in Russia e  Negli Stati Uniti.

Il primo vaccino che conosciamo è, appunto,  il vaccino contro il vaiolo,  che è stato sviluppato da Edward Jenner nel 1798

Edward Jenner era un medico di campagna e naturalista, noto ai suoi tempi per un articolo intitolato “Osservazioni sulla storia naturale del cuculo”.
Comunque, un giorno sentì la sua cameriera dire che non avrebbe mai avuto il vaiolo perché era stata infettata dal vaiolo bovino. Vaccini vaiolo jenner
Jenner mise alla prova questa affermazione.
 Il 14 maggio 1796, iniettò il fluido da una lesione di vaiolo bovino preso dal dito della lattaia Sarah Nelmes sotto la pelle di James Phipps, un bambino sano di 8 anni. Come previsto,
il ragazzo sviluppò febbre e la lesione tipica del vaiolo bovino nel sito dell’iniezione.
Due settimane dopo, Jenner ha, quindi. deliberatamente infettato Phipps con il vaiolo.
Il ragazzo sopravvisse a questa sfida potenzialmente letale!

In Italia, fu Luigi Sacco agli inizi del 800 a diffondere la vaccinazione jenneriana, chiamata variolizzazione. 

Dopo Unità d’Italia , la vaccinazione antivaiolosa diviene  obbligatoria per tutti i nuovi nati a partire dal 1888. L’obbligo è stato abolito in Italia nel 1981.
Naturalmente oggi  non usiamo più la variolizzazione, ma un vaccino chiamato Imvanex  prodotto  nel 2010 dalla Bavarian Nordic.
Questo vaccino è fatto con  un ceppo di vaiolo  non replicante che eliminerebbe i rischi intrinseci del vaccino fatto con ceppo replicante ,  cioè  gravi reazioni cutanee e disturbi del sistema nervoso centrale.

Il secondo vaccino è stato inventato  in maniera empirica da Pasteur.

Pasteur  non sapeva proprio nulla dei virus , perché il microscopio elettronico non era stato ancora inventato.
 Louis Pasteur, si limitò a preparare un vaccino contro la rabbia dal midollo spinale disidratato di un coniglio infetto. In seguito introdusse il termine vaccinazione (dal latino vacca) in onore del lavoro pionieristico di Jenner.
Anche con il successo di Pasteur contro la rabbia, gli altri vaccini antivirali sono stati lenti ad apparire, soprattutto perché i virus erano difficili da identificare, propagare e studiare.
Di conseguenza, i successivi vaccini, contro la febbre gialla e i virus dell’influenza non apparvero fino alla metà degli anni ’30.

Ma ora passiamo tempi più recenti.

 Vi ricordate Clara l’amichetta sulla sedia a rotelle di Heidi, quella delle caprette.La brutta malattia di Clara era la poliomielite, detta anche “paralisi infantile”.
Il virus della poliomielite è molto antico ci sono testimonianze anche tra gli antichi egizi, ma è dal 700 in poi questa malattia ha causato delle epidemie sempre più ingravescenti colpendo non solo i bambini ma anche adolescenti e adulti. In particolare, Negli Stati Uniti nel 1952 furono notificati oltre ventunomila casi. In Italia, nel 1958, c’erano oltre dieci mila casi, di cui 8377 paralizzati.Vaccini polio
La parola poliomielite deriva dalle parole greche poliòs (grigio) e myelòs (midollo) perché la malattia è provocata da un Enterovirus, che colpisce i motoneuronidel midollo spinale.
Questo virus causa la degenerazione e quindi paralisi, atrofia muscolare e in ultimo deformazioni ossee.

Nel 1949  scienziati americani John Enders, Frederick Robbins e Thomas Weller, svilupparono un metodo per coltivare i poliovirus in tessuto di rene di scimmia.

Le colture ottenute in precedenza, infatti, erano realizzate su tessuto nervoso.
I vaccini preparati da queste colture, contenendo particelle di  tessuto nervoso, causavano gravi reazioni nell’organismo.
Dal 1950 Jonas Edward Salk, condusse ulteriori ricerche sul vaccino antipoliomielitico.
Salk riuscì a realizzare un vaccino efficace non tossico.
Il vaccino fu realizzato con virus coltivati su cellule renali di scimmia inattivati con formaldeide e ed emulsionati in olio minerale.
Questo vaccino era iniettabile ma con un alto rischio di neuro tossicità cioè poteva causare lesioni nervose

 Nel 1955 Albert Bruce Sabin, invece, ottenne un vaccino trivalente, cioè con tutti e tre i ceppi di  virus polio.

Il vaccino era attenuato ed  efficace per via orale.
Sabin sperimentò il suo vaccino dapprima su se stesso, poi  sul suo collaboratore messicano Alvarez ed infine  sul tecnico Hugh Hardy, e poi, su vasta scala, in una campagna di vaccinazione di massa nel Chiapas,
In Italia nella primavera del 1964, ebbe inizio una campagna di vaccinazione di massa nella popolazione dai 0 ai 20 anni con Il vaccino Sabin.
Nel 1964 i casi dichiarati di poliomielite in Italia furono circa 3000.  
Un anno dopo nel 1965 l’incidenza dichiarata si limitava a 500 casi.
Nel 1966 la vaccinazione antipolio diventa obbligatoria.
L’ultimo caso autoctono è stato segnalato nel 1982a cui seguirono due casi nel 1984 e 1988 importati rispettivamente dall’Iran e dall’India.

 Ma i vaccini hanno degli inconvenienti?

  Per esempio nel 1988 l’organizzazione mondiale della sanità ha lanciato una campagna per l’eradicazione della poliomielite. L’obiettivo dell’eradicazione era previsto per il 2000, ma le battute d’arresto hanno reso necessario spostare la data al 2018.
Durante i primi anni della campagna, c’era molto ottimismo sul fatto che il poliovirus potesse essere eradicato. In effetti, il numero di casi di malattia era in costante calo, Tuttavia L’ottimismo iniziale è stato sostituito dal dubbio sulla reale possibilità dell’eradicazione sia a causa di realtà biologiche che per le situazioni  politiche presenti i vari paesi

 In primo luogo la realtà biologica.

Infatti i ceppi vaccinali usati erano noti per tornare alla neuro-virulenza cioè per causare poliomielite associata al vaccino. Tuttavia, inizialmente si pensava che i ceppi di poliovirus derivati dal vaccino non circolassero in modo efficiente nella popolazione e che una volta eradicato il virus selvaggio la cessazione della vaccinazione avrebbe eliminato la malattia associata al vaccino.  Ma Sfortunatamente, nell’epidemia di poliomielite del 2000 a Hispaniola si vide l’errore. Infatti, le analisi dimostrarono che i virus responsabili dell’epidemia erano derivati ​​dal vaccino Sabin poliovirus di tipo 1 somministrato nel 1998 e 1999. La neuro virulenza e la trasmissibilità di questi virus. è stato successivamente identificato anche in Egitto e Nigeria.   

 In secondo luogo la realtà politica,

E’ difficile fare una vaccinazione di massa quando un paese è in guerra.  Comunque partire dal 2015, per ovvie ragioni politiche, il poliovirus è endemico solo in tre paesi: Afghanistan, Nigeria e Pakistan. Attualmente in Italia si è ritornati al vaccino iniettabile.

A questo  punto  sorge la domanda: come possiamo definire  un Vaccino?

Un vaccino  è una prevenzione contro i patogeni.
I Vaccini mobilitano il nostro sistema immunitario per bloccare e prevenire le malattie.
La loro azione si basa sulla memoria immunitaria che come abbiamo detto in un altro video dura per tutta la vita, perché forma le cellule della memoria che producono gli anticorpi.

Il nostro sistema immunitario, però, fa di più che “ricordare”; perché risponde a una seconda infezione  in modo diverso. infatti le cellule della memoria risvegliate controllano più rapidamente la nuova infezione evitando una ricaduta .

 Ma come deve essere un vaccino per essere efficace?

Prima di tutto deve innescare una risposta immunitaria più rapidamente e con meno danni rispetto a un’infezione naturale.
 In secondo luogo deve indurre un’immunità protettiva in una parte di popolazione sufficiente a impedire la trasmissione da persona a persona, la così detta immunità di gregge.
In terzo luogo deve essere sicuro, cioè non deve causare né la malattia né effetti avversi, poi deve essere geneticamente stabile, deve durare.
Ed infine deve essere a buon mercato con un prezzo non superiore ad un euro  e non subire stoccaggio.

Ma come funzionano i vaccini e come si ottengono?

 Principalmente la vaccinazione funziona in due modi

 Abbiamo La vaccinazione passiva, cioè i componenti della risposta immunitaria sono ottenuti da un donatore o più donatori e iniettati direttamente nel paziente, oppure attiva, per cui è l’ospite che fa la propria risposta a un preparato virale.

Un altro  esempio d’immunizzazione passiva naturale  si ha tra madre e figlio.

Tutti i neonati beneficiano dell’immunizzazione passiva dopo la nascita, poiché gli anticorpi della madre passano nel sangue fetale attraverso la placenta per fornire una protezione transitoria al neonato.
 I neonati allattati al seno sono ulteriormente protetti dal trasferimento delle immunoglobuline nel colostro ricco di anticorpi. Questo effetto protettivo può essere dannoso se i bambini sono vaccinati troppo presto, poiché l’anticorpo materno può impedire a un vaccino di stimolare l’immunità nel bambino. Generalmente questa protezione cessa intorno ai 9 mesi quando il piccolo incomincia a fare da sé gli anticorpi.

L’immunizzazione passiva, quindi,  è una risposta preventiva, solitamente adottata quando si sospetta l’epidemia di virus, perché fornisce protezione immediata e non richiede all’ospite di attivare una risposta di  memoria efficace.

 Il caso più noto è la rabbia, in cui una preparazione di immunoglobulina umana si somministra il prima possibile dopo il morso di un animale rabbioso per contenere il virus prima che possa diffondersi.
 Inoltre, la procedura standard per la vaccinazione contro il vaiolo con il virus vivo richiede che sia disponibile la cosiddetta “immunoglobulina vaccinale” nel caso in cui il vaiolo si verifichi dopo la vaccinazione.  Invece Quando utilizziamo cellule immunitarie stimolate, ad esempio, cellule T, il processo si chiama trasferimento adottivo.
 Il trasferimento delle cellule T della memoria può fornire una protezione più duratura rispetto al trasferimento di anticorpi, poiché l’emivita relativamente breve delle proteine ​​dell’anticorpo ne limita l’efficacia .

Il concetto d’immunizzazione passiva è stato utilizzato per creare nuovi farmaci come lo ZMAPP nell’epidemia dell’ebola. Nota bene ho detto farmaci.

Lo ZMapp è un farmaco sperimentale che comprende tre anticorpi monoclonali, cioè che si attaccano a uno specifico luogo dei patogeni.  Questi anticorpi, isolati in topi infettati e poi montati su un’impalcatura d’immunoglobuline umane, hanno creato degli anticorpi chimerizzati.
Mezzo uomo e pezzo topo,  questi sono   i miracoli dell’ingegneria genetica .
Non si sa bene se questo farmaco funzioni perché lo utilizzarono  a scopo compassionevole nell’epidemia di ebola del 2014, ma poi l’epidemia finì  da sé e i dati statistici sono insufficienti.

Altro farmaco simile è Ansuvimab, che è un anticorpo monoclonale usato per il trattamento dell’infezione da ebola in Zaire 

 ll farmaco è composto da un singolo anticorpo monoclonale isolato dalle cellule B ottenute da un sopravvissuto all’epidemia di Ebola del 1995 In Congo. In questo caso le sequenze di catene pesanti e leggere di questo farmaco sono state clonate su Cellule di ovaio di criceto cinese.

  Attualmente una cosa del genere  si sta cercando di  fare anche per il covid 19

In ogni caso, l’immunizzazione passiva produce effetti a breve termine, generalmente un anno

Ora entriamo nello specifico dei vaccini attivi

 I vaccini attivi si producono in vari modi

Esistono quattro approcci di base per produrre vaccini.

Ciascuno utilizza componenti del virus che il vaccino intende colpire.

Il primo è il vaccino inattivato, cioè si producono grandi quantità del virus d’ interesse e si inattiva chimicamente.

Il secondo è il vaccino attenuato, cioè si attenua la patogenicità mediante manipolazione di laboratorio.

Il terzo è il vaccino a sub unità, cioè si producono singole proteine ​​prive di acido nucleico virale.

Il quarto è il vaccino ricombinante, cioè si clona tutto o parti delle molecole del genoma virale del DNA virale

 

 Esempi di vaccini inattivati sono quelli della polio e dell’influenza . ma anche dell’epatite A e della rabbia .

Per preparare questo tipo di  vaccino, le particelle virali virulente vengono isolate e inattivate mediante procedure chimiche o fisiche. I metodi comuni per inattivare i virioni includono il trattamento con formaldeide o propriolattone o l’estrazione di particelle virali avvolte con detergenti non ionici. L’immunizzazione con vaccini inattivati, tuttavia, richiede spesso la somministrazione di dosi multiple, poiché la prima dose è generalmente insufficiente per produrre una risposta protettiva.

  Un esempio di questo tipo di  vaccino,ampiamente diffuso e un po’ Paradossale, è il vaccino influenzale

I virus influenzali sono a RNA  e ne esistono 3 ceppi L’A il B e IL C.
Per un fenomeno chiamato deriva antigienica, le proteine ​​dell’involucro dei virus dell’influenza cambiano e si spostano quando il virus si riproduce nei vari ospiti animali in tutto il mondo.
 Di conseguenza, la protezione  valida per un anno non garantisce la protezione per  il successivo, motivo per cui si consigliano i vaccini antinfluenzali annuali.

Il Problema vero è che non si sa mai come si spostano le proteine.

Quindi esistono programmi per selezionare le diverse varietà.
Generalmente si vedono quali   tipi di virus circolano.
Le osservazioni vengono fatte a gennaio e il vaccino è pronto per la distribuzione ad Agosto,  quando l’ondata influenzale è già passata.
In pratica ci  vacciniamo per un virus che circolava l’anno precedente.
C’è da notare, inoltre,  che la letteratura   ha evidenziato che questi vaccini anti-influenzali sono efficacisolo  nel 60 % dei casi nel proteggere i bambini sani e adulti di età inferiore ai 65 anni ai ceppi virali contenuti nel vaccino.   Ma   sono meno efficaci negli anziani, negli individui immunodepressi e nelle persone con malattie croniche.
 I soggetti a rischio, quindi, che più spesso sono inclini a vaccinarsi.

 Nel 1937 Max Taylor produce, invece, il primo vaccino attenuato

L’idea era di coltivare il virus su un tessuto in questo caso embrioni di pollo, per attenuarlo. Taylor quindi fece crescere il virus della febbre gialla e poi lo testò su un modello animali per vedere la virulenza, siccome era ancora virulentò prese il virus del primo passaggio e lo coltivò di nuovo e quello che ottenne fu di nuovo   testato e così via per 150 volte. Alla fine ottenne un virus che non causava la malattia  nell’uomo.

Una altro vaccino attenuati   prodotto nella stessa maniera sul rene di scimmia è il vaccino polio orale di Sabin.

  Sabin coltivò i tre ceppi di virus polio su rene di scimmia e ottenne tre virus che non  erano più in grado di paralizzare  dopo essere stati iniettati direttamente nel cervello delle scimmie.
  Attenuare un virus in questo modo è un processo molto lungo, si basa sull’ evidenza biologica  che a ogni replicazione il virus muta e si attenua.
 Questo perché durante la replicazione si commettono errori che piano piano attenuano il virus, è per questo motivo che le epidemie si esauriscono.
Per lo stesso motivo esiste la variante inglese del covid 19.

Se vogliamo aggiungere una nota di colore possiamo dire che probabilmente esiste anche una Variante Pisana, Livornese, Fiorentina, Lucchese, Bergamasca, Milanese, Genovese,  Bolognese, Catanese, ecc. basta cercarla.
 Quindi fate attenzione da  chi vi infettate il vostro campanilismo potrebbe soffrirne! come si dice   oltre il danno la beffa.

 

 Ora passiamo ad un altro tipo di vaccino il vaccino a subunità

I vaccini a sub unità sono formulati con componenti purificati di virus, piuttosto che con particelle intatte.

Un vaccino, infatti , può essere costituito solo da un sottoinsieme di proteine ​​virali, come il vaccino contro l’epatite B.  Per Determinare quali proteine ​​virali includere in un vaccino si selezionano quelle proteine  riconosciute dagli anticorpi e dai linfociti T citotossici degli individui che si sono ripresi dalla malattia in esame .
Sebbene le proteine più evidenti sarebbero quelle presenti sulla superficie del virus, in effetti, qualsiasi proteina virale potrebbe stimolare l’immunità.

Abbiamo , quindi, Particelle simili a virus, cioè Le proteine ​​del capside virale possono autoassemblarsi in particelle simili all’involucro virale.

Queste particelle hanno strutture, virtualmente identiche all’involucro  virale , ma a differenza  del virus , questi capsidi sono vuoti: non contengono materiale genetico e non possono propagarsi. I vaccini con particelle simili a virus spesso inducono anticorpi neutralizzanti durevoli e altre risposte protettive dopo l’iniezione. Inoltre, poiché le particelle sono completamente non infettive, non è richiesta l’inattivazione con formalina o altri agenti. Questa caratteristica offre ulteriori vantaggi.

 Perché  l’immunogenicità non è compromessa,infatti la formalina e altre sostanze chimiche alchilanti spesso alterano la conformazione dei vaccini inattivati.

Il vaccino a subunità del virus dell’epatite B comprende particelle simili a virus prodotte nel lievito. Questo vaccino contiene un singolo antigene di superficie che si assembla spontaneamente in particelle simili a virus, indipendentemente dal fatto che sia prodotta in lievito, E. coli o cellule di mammifero in coltura…

I vaccini a DNA , invece sono una variante dell’approccio della proteina a subunità

all’immunizzazione, consistono semplicemente in piccoli filamenti circolari di DNA superavvolto a doppia elica, detto plasmide,  che codificano geni virali che possono essere espressi nelle cellule dell’animale da immunizzare. Questo Tipo di  DNA,  è solitamente prodotto nei batteri, può essere preparato privo di proteine ​​contaminanti e non ha capacità di replicarsi nell’ospite vaccinato, ma può essere il modello per l’espressione della proteina immunogenica. Sorprendentemente, non sono necessari adiuvanti o formulazioni speciali per stimolare una risposta immunitaria.

Nonostante 30 anni di studi e l’entusiasmo che questa strategia di vaccinazione possa essere trasformativa per la progettazione di vaccini, resta ancora molto da indagare.

Nessun vaccino a DNAha l’approvazione per uso umano.  Pochi studi sperimentali, infatti, hanno evocato una risposta abbastanza forte da proteggere dalle malattie e l’utilità della tecnica resta da dimostrare negli esseri umani.

Questo perché esistono diversi rischi sulla loro sicurezza

La maggior parte dei problemi di sicurezza riguardano il ​​sistema e si basano in primo luogo, sull’attivazione di oncogeni come risultato dell’incorporazione del DNA immunizzante, nonché sull’elaborazione di anticorpi anti-DNA  Altro svantaggio la possibile elaborazione atipica di proteine ​​batteriche e parassitarie. Ed in fine i vaccini plasmidici hanno un ridotto livello di immunogenicità
Tuttavia, c’ è  approvazione di un vaccino a DNA intramuscolare per prevenire l’infezione da virus del Nilo nei cavalli .

I vaccini sono sicuri?

Questa è una bella domanda!  E la risposta è non si sà
 Perché la nostra conoscenza della virulenza è limitata, per esempio  è difficile prevedere come si comporterà un virus attenuato, negli individui e nella popolazione.
Le mutazioni attenuanti possono portare a deviazioni inattese  rispetto all’infezione naturale e anche la  risposta attesa dell’ospite può essere imprevedibile.

 C’è la possibilità che il virus attenuato possa  essere eliminato dall’individuo vaccinato prima  dell’induzione  di una risposta protettiva; oppure il virus  assunto  può infettare nuovi tessuti o cellule nell’ospite con effetti imprevedibili;  

Il vaccino può anche  dare inizio a infezioni atipiche, ad esempio, infezioni lente o croniche che possono innescare risposte immunopatologiche di eziologia sconosciuta, come ad esempio un’Encefaliteo un Encefalopatia, una.Sincope vasovagale, una Neurite brachiale, oppure lasindrome di Guillain-Barré,  ecc
Per esempio, le vaccinazioni, come Le infezioni batteriche o virali,  possono innescare una risposta immunitaria dell’ospite che può, quindi reagire in modo crociato con le proteine ​​presenti nei nervi periferici umani. Questo processo, chiamato mimetismo molecolare si traduce in un’autoimmunità che, nel caso della sindrome di Guillain-Barré, è caratterizzata da una debolezza simmetrica delle estremità  che progredisce rapidamente.

vaccini contaminazioni

In linea di principio, i vaccini inattivati ​​sono molto sicuri, ma gli incidenti possono accadere e le contaminazioni anche. 

Infatti negli ultimi anni alcuni ricercatori italiani hanno scoperto nei vaccini sostanze ne biodegradabili, ne biocompatibili  come particelle di titanio, ferro-cromo, nichel, detriti di rame-piombo-stagno-zinco, tungsteno ed altri  In passato il thimerosal, un prodotto a base di mercurio, veniva solitamente aggiunto ai vaccini  come conservante. A causa della sua tossicità l’idrossido di alluminio fu il suo sostituto,  sostanza chimica con discutibili vantaggi rispetto al thimerosal in termini di tossicità.

La spiegazione più immediata della presenza di queste sostanze , escludendo  l’assurdo di una introduzione fatta  di proposito , è una contaminazione accidentale avvenuta durante la preparazione del prodotto o contenuta in uno o più dei suoi numerosi ingredienti.

Questo vale per tutti i tipi di vaccini elaborati dell’industria. 
In generale nel fare i farmaci è buona pratica aggiungere il minor numero e quantità possibile di ingredienti a qualsiasi principio attivo.
 Questo perché pochissime sostanze, possono essere considerate assolutamente prive di effetti collaterali e perché gli effetti collaterali possono variare molto da soggetto a soggetto.
Mescolare i componenti, inoltre, significa aggiungere possibili reazioni che sono sempre difficili da prevedere e possono essere inaspettate.

Nel caso dei vaccini la situazione può essere ancora più complessa

perché nei neonati e nei militari di regola abbiamo la somministrazione tipi di vaccini diversi, come il vaccino esavalente che contiene il vaccino contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B.
Eermo restando che nulla di notoriamente dannoso dovrebbe essere contenuto in alcun farmaco
In ogni caso, ogni componente, indipendentemente dalla sua concentrazione o quantità, dovrebbe essere menzionato nella scheda tecnica e nella scheda informativa del paziente se non altro per prevenire le possibili reazioni allergiche.
Così come sui prodotti alimentari è scritto può contenere tracie di latte semi eccetera così dovrebbe essere  scritto sui  vaccini può contenere tracie di piombo amianto, nichel cadmio ecc

Per concludere bisogna sottolineare che le vaccinazioni richiedono buon senso  e r un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici.

per esempio il morbilloè una malattia lievenel mondo occidentale dove è possibile una buona gestione clinica di un bambino  sano e ben nutrito,
 Ma nei paesi in via di sviluppo tra le popolazioni che vivono in condizioni particolarmente sfavorevoli con la mal Nutrizione,l’ alto rischio di infezioni concomitanti e una  gestione medica  inadeguata non è cosi.  
nell’Africa occidentale esistono tassi di mortalità superiori al 20%. È stato stimato dall’OMS che   nei paesi in via di sviluppo il tasso globale di mortalità per casi nel mondo si avvicina a un milione mezzo di morti l’anno in contrasto con i due morti per  10.000 casi degli Stati Uniti. Comunque Ogni volta  che  il vaccino contro il morbillo è stato utilizzato efficacemente su larga scala in questi paesi , è stata registrata una marcata riduzione del numero dei decessi.

Dato che tutte le procedure comportano dei rischi,

una domanda etica affascinante che dobbiamo affrontare come società è: “Quanto danno possiamo tollerare per il bene globale?” Cioè, se milioni di persone ogni anno beneficiano della protezione effetti di un vaccino (o di qualche altro intervento medico), quanti “effetti collaterali” siamo disposti a tollerare?  Domande come queste – che ovviamente non hanno una risposta univoca – sono al centro della bioetica. Certo per dirla terra terra ” Son tutti finocchi col culo degli altri'”…………..

Bene per oggi è tutto, se siete troppo pigri per leggere tutto l’articolo potete guardare il video qui sotto

 

Comunque non perdetevi il prossimo articolo in cui parleremo di questo nuovo vaccino a mRNA e cercheremo di capire come funzione , quindi state i salute e  grazie per l’attenzione

E non dimenticate

F.G.C. fai girare la conoscenza…. Ora!

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