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1° FISSARE LE SESSIONI DI PSYCH-K - fernandagrossi.altervista.org
fernandagrossi come sopravvivere monitor

1° FISSARE LE SESSIONI DI PSYCH-K

SESSIONI DI PSYCH-K

LE SESSIONI DI PSYCH-K 

Psych-k è un processo che permette velocemente di cambiare le Credenze limitanti su sé stessi e il mondo. Le sessioni durano in media dai 75 ai 60 minuti nel nel primo quarto d’ora si determina il problema.
Nel tempo restante si usano i Bilanciamenti che vengono applicati al problema in questione, in una sessione possono essere affrontati più argomenti.

Quante sessioni di Psych-k devo fare?

 Psych-k   è un percorso personalizzato il numero di sessioni dipende dall’individuo.
Qualcuno può sperimentare il cambiamento in modo immediato già in una sola sessione  altri lo avvertono nei giorni successivi, il processo continua  in automatico nei giorni e nelle settimane e successive. Ti sorprenderai dei risultati e di come il mondo cambia quando  abbiamo il coraggio  di esprimere pienamente il nostro potenziale

Con che Frequenza Devo fare le Sessioni di Psych-k?

 La frequenza delle sessioni dipende dall’individuo per alcune persone è sufficiente una sola sessione per altri occorrono più sessioni.
Il suggerimento è di leggere le informazioni di cosa è e come lavora Psych-k per poter usare in modo efficace il tempo. L e sessioni possono essere tranquillamente effettuate  restando comodamente a case tramiteSKYPE

COME FISSARE LE SESSIONI DI PSYCH-K:

Basta scrivere un email: illaboratoriodelmovimento@gmail.com
includendo sempre nella mail il vostro numero di telefono.
O chiamare il 3332042022
O usare il form di contatto di questo sito

Coscienza come esperienza
La coscienza nel suo primo senso è l’espressione comportamentale del nostro normale stato di veglia. 1 Ma quando siamo coscienti in questo primo senso siamo sempre coscienti di qualcosa. Nel suo secondo senso la coscienza è il contenuto dell’esperienza di momento in momento: come ci si sente ad essere una certa persona, ora, in un senso in cui supponiamo che non ci sia nulla che ci si sente ad essere una pietra o persi in un sonno senza sogni (Nagel, 1979). Questo secondo senso di coscienza è più interiore del primo. Evidenzia la dimensione qualitativa e soggettiva dell’esperienza. I filosofi usano talvolta il termine tecnico (e controverso) “qualia” per riferirsi alla trama soggettiva dell’esperienza che è l’essenza di questo secondo senso di coscienza (Dennett, 1988; Chalmers, 1996).

Diversi autori hanno seguito William James nel cercare di caratterizzare le proprietà generali della coscienza che richiedono una spiegazione scientifica (James, 1890; Shallice, 1988; Searle, 1992; Crick, 1994; Chalmers, 1996; Greenfield, 1998; Tononi e Edelman, 1998; un). Vi è un ampio consenso sul fatto che, oltre al suo carattere qualitativo, sono centrali le seguenti caratteristiche: la coscienza è personale, coinvolge un soggetto cosciente con un punto di vista necessariamente limitato; i suoi contenuti sono stabili per brevi periodi, che durano da centinaia di millisecondi a pochi secondi, ma tipicamente variano su intervalli più lunghi; i suoi contenuti sono uni fi cati in qualsiasi momento; sono continue nel tempo, nel senso che la memoria normalmente ci permette di connettere la coscienza del presente con la coscienza del passato; la coscienza è selettiva, con un primo piano e uno sfondo e una capacità limitata in un dato momento; nel tempo, tuttavia, spazia su innumerevoli contenuti, con potenziali contributi da ciascuno dei sensi e da tutti i principali processi psicologici, inclusi il pensiero, l’emozione, la memoria, l’immaginazione, il linguaggio e la pianificazione dell’azione. La maggior parte degli stati di coscienza sono “intenzionali”, nel senso filosofico in cui sono diretti al mondo, la coscienza di questo o quello, e questi stati, a loro volta, sono “aspettuali”:
condizionati dalla prospettiva offerta dal nostro punto di vista cosciente (Searle, 1992). Infine, la maggior parte dei commentatori sottolinea la centralità della coscienza rispetto ai valori umani: il prolungamento della vita umana, dove si può essere certi che la coscienza è andata persa per sempre, è generalmente considerato uno sforzo inutile.

Adam Zeman

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